Quote fisse al 110% e la gente torna a giocare ai cavalli (ora c’è una speranza che l’ippica italiana riveda la luce)

Nella foto le quote fisse della finale (a destra rispetto a quelle del ladruncolo totalizzatore) con la lavagna del vincente intorno al 110% e quella dei piazzati intorno al 120% (dovrebbe essere sempre così, almeno in chiusura di gioco).

Una grande e importante novità di ferragosto a Montecatini è che il pubblico è tornato a giocare; questo non solo grazie alla giornata speciale che richiama sempre migliaia di persone, ma anche (e questo è buono per il futuro) perché il betting ha proposto quote eque, la punta ha perso ma a quote oneste, il banco ha vinto e ha vinto tanto; e questo fa ben sperare per il futuro perché si spera che i provider delle quote fisse capiscano che gli scommettitori non sono stupidi: se mi fai le quote a oltre il 150% io (inteso come “io scommettitore”) vengo a ferragosto ma la prossima settimana vado al mare, se le fai al 110% io torno all’ippodromo, gioco sicuramente di più, reinvesto i soldi eventualmente vinti in altre scommesse (anche di tipo più “esotico”, tipo quartè e quintè, e tu banco con quel prelievo fai altri soldi). Lavora di più tutto l’indotto, gli addetti al totalizzatore, gli addetti snai a chiedere i rialzi di quote chiesti dagli scommettitori, la gente torna più volentieri all’ippodromo appassionandosi ai cavalli e alla cultura ippica, lavorano di più le strutture all’interno dell’ippodromo (bar, ristorante, eccetera) e si limita molto il gioco a nero.

Si spera che si continui su questa strada allineandosi alle quote fisse degli altri sport e delle altre Nazioni (solo in Italia si assistono a vergognose quote fisse con lavagne anche al 145% – 150% anche in chiusura di gioco, cosa assurda e che va a svantaggio del banco stesso che, dopo aver visto su che cavalli “vanno i soldi”, dovrebbe alzare le quote degli altri, altrimenti il movimento di gioco sarà sempre più ridicolo); bravi i quotisti di Montecatini e gli addetti Snai, anche se si potrebbe migliorare dedicando il solo sportello SOLO alla quota fissa su vincente e piazzato  con un importo minimo di scommessa maggiore rispetto agli altri sportelli (la persona che gioca un sistema trio deve rivolgersi agli altri sportelli, non a quello della quota fissa).

Un pensiero su “Quote fisse al 110% e la gente torna a giocare ai cavalli (ora c’è una speranza che l’ippica italiana”
  1. concordo con quanto espresso nell’articolo anche se la realtà presenta lati più complessi .
    ll movimento quota fissa attuale di circa 100.milioni di euro in evoluzione con quote finalmente accettabile non copre praticamente niente del fabbisogno resa per sostenere l’ippica ,dovrebbe raggiungere i 4 miliardi ,(40 volte l’attuale)per diventare un supporto reale. Le scommesse virtuali da sole sono 3 volte l’intero movimento (600 milioni scarsi)scommesse ippiche attualì. solo il 20% delle agenzie accetta gioco sui cavalli.
    Quindi occorre tornare alla capillarizzazione della vendita del prodotto , ed affiancarlo con scommesse esotiche a totalizzatore che ottengono alto prelievo ma cosumo di massa ,magari con un jackpot come in svezia.,e come era da noi con la tris del venerdì , scommessa fatta da tutti anche da chi non aveva mai visto un cavallo e corner in tutti i bar.
    Gli allibratori sono praticamente scomparsi ,con l’inesistenza della giustizia sportiva che li espone a troppi rischi combine e quant’altro . Oggi le corse accomodate con grande sofisticatezza ,lasciando vincere facilmente un cavallo ignaro di far parte di un disegno . Nessuna possibilità di coinvolgimento.
    Quindi aldilà dei giusti entusiasmi ,riforma delle scommesse ,introduzione del no betting,etc. Il lavoro sembra fin troppo arduo ,per risolvere la crisi , e sarebbe figlio di un “repulisti “che con la burocrazia asfissiante del nostro sistema è difficilmente attuabile in un sistema come il nostro. Senza parlare della gestione tecnica dei palinsesti e di giurie tecniche che applichino alla lettera i regolamenti.
    Comunque da appassionato la speranza è l’ultima a morire. Vieri Della Nave l’Oste

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