SAUDI CUP & CO. 9
Riyadh, 26 Febbraio 2020
Sono atterrato a Londra ieri mattina alle 7.45AM e ho passato i controlli normali by the scruff of my neck, diciamo per il rotto della cuffia, perché subito dopo il Governo Britannico ha chiuso le frontiere ai passeggeri in arrivo da Lombardia e Veneto.
Ottimo volo da Londra a Riyadh, King Abdul Aziz Airport, ed essendo invitato ho passato tutti i controlli alla grande.
Questa mattina sono stato in pista e ho partecipato alla Conferenza Stampa che si è tenuta nella Club House.
Tempo magnifico e caldo giusto.

Ho avuto un’avventura tremenda per il ritorno in albergo: un gentile signore dell’organizzazione Saudi Cup mi ha messo a disposizione una limousine guidata da un pazzo, che non sapeva dove andare.
Ho impiegato più di due ore ad arrivare in albergo e, alla fine, la strada l’ho trovata io perché, vista l’insegna di un’Agenzia di Viaggi, sono saltato fuori dalla macchina e ho chiesto lumi: meno male!

Da quando, oltre vent’anni fa, ho incominciato a viaggiare nel Medio Oriente e, principalmente, negli Emirati Arabi Uniti, soprattutto Dubai, e in Arabia Saudita, avevo subito capito che i Sauditi sono un’altra merce rispetto agli altri.
Altra cultura, in principalità.
Questa mattina, grazie all’autista pirla, ho girato tutta Riyadh, ripercorrendo quella lunghissima strada di negozi, alberghi e di comunicazione che è l’Olaya: ho rivisto l’Al Khozama Hotel, dove sono sceso alcune volte, la torre dell’Al Faisalyah, che ai tempi delle mie visite era in costruzione, tutti i più bei negozi di Riyadh e mi sono ritrovato benissimo in questo mondo che amo.

Veniamo alle cose nostre.
Ieri sera all’aeroporto, mentre attendevo l’automobile che mi doveva portare in albergo, mi sono intrattenuto a lungo con Jason Servis, l’allenatore di Maximum Security (USA) (m. b. 2016 New Year’s Day), e gli ho anche chiesto se aveva visto Tacitus (USA) (m. gr. o r. 2016 Tapit) e mi ha detto che gli è e parso in una forma straordinaria.
Mi ha detto che gli è spiaciuto molto non correre la Pegasus Cup, Dirt, quella da USD $ 3.000.000, vinta da Mucho Gusto (USA) (m. s. 2016 Mucho Macho Man), che incontrerà Sabato, ma la decisione di non correre è stata dei proprietari.
Oggi alla Conferenza Stampa gli ho domandato se secondo lui la pista è più adatta ai front runners o ai closers e lui mi ha detto che i tempi sono lenti (1.39 and change per 1.600 metri) perciò pensa che sia meglio venire da dietro, ma il suo cavallo è un front runner.
Saprà ben cosa fare quel magnifico fantino che è Luis Saez.

Poi ho parlato con Brendan Powell, che dall’Aprile scorso, lavora con Joseph Patrick O’Brien, a Owning Hill, Co. Kilkenny, Irlanda.

Parentesi: Joseph ha in allenamento circa 200 cavalli (ma altri arrivano di continuo) e ha 110 uomini in regola, proprio come in Italia.
Guardando il video avrete le informazioni su Speak In Colours (GB) (m. gr. 2015 Excelebration) che correrà The stc 1351 Cup, m. 1.351, Turf, con un montepremi di USD $ 1.000.000: il cavallo ha un Official Rating di 110 e un Best Racing Post Rating di 115.

Ora il meritato riposo prima dell’estrazione dei numeri prevista alle 17 locali, le 15 Italiane: ci sarà un collegamento con Teleippica verso le 15.30 Italiane e ne sapremo di più.

Carlo Zuccoli

P.S. Sia gli Inglesi sia gli Americani snobbano l’evento, ufficialmente perché dicono che l’Arabia Saudita è un paese cattivo, ufficiosamente per invidia.
Sabato si correrà la Saudi Cup con un campo così qualitativo che di più non si può: i cinque migiori “sabbiaroli” Italiani contro Magic Wand (IRE) (f. b. 2015 Galileo), al debutto sul Dirt, per USD $ 12.000.000.

C.Z.

per vedere foto e mappe dovete andare sul sito SNAI Sportnews

Mappa della pista

Saudi Cup Riyadh

(Credits: TurfTrax)

(Credits: Getty Images)

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