Carlo Zuccoli.
<>(17/10/2019 – 11:43)
L’ho già scritto diverse volte: in Italia c’è, da tempo, da troppo tempo, lo Stato del non – diritto. Io mi limito al gambling (betting & gaming), ma in altri settori è la stessa, identica cosa.
Lo Stato, in Italia, è diventato il “padrone assoluto” del gambling, attraverso delle strutture apposite, che sono l’Agenzia delle Dogane e la So. Gei.
Anche l’ippica è, di fatto e di diritto, di Stato, sovvenzionata da “li sordi de noantri”, senza che nessuno lo sappia.
Lo “Stato padrone”, per fare soldi, si è inventato la procedura delle concessioni da assegnare, per il gambling, attraverso Bandi di concorso Europei.
Gli aspiranti concessionari sottostanno a queste “forche caudine” e, volontariamente, ripeto volontariamente, fanno delle offerte che, per essere vincenti, spesso e volentieri sono al di là dell’immaginabile.
Fino a qui tutto bene, nel senso che chi è causa del suo mal pianga sé stesso.
Poi succede di tutto e di più: lo Stato che ha assegnato le concessioni, a coloro che sono diventati che sono diventati concessionari, ne limita l’esercizio, mettendo paletti di tutti i tipi.
Comuni, Provincie, Regioni, che sono parte dello Stato, si sono inventati le distanze perle sale corse e di gaming dai cosiddetti punti sensibili, del tipo scuole, chiese, ospedali, etc., rendendo quasi impossibile l’ubicazione dei locali per il betting e per il gambling.
Addirittura il Comune di Napoli, e non solo, vieta l’apertura di quelle sale durante gli orari nei quali si disputano le partite di calcio e le corse dei cavalli.
Tutti i Governi si comportano allo stesso modo.
Nessuno dice ah, nessuno si ribella, nessuno fa azione di lobbying: lo zero assoluto, anzi il sottozero assoluto.I concessionari, sotto sotto, si lamentano dei margini che per le corse dei cavalli si assottigliano sempre più.
Nulla fanno per aumentare i volumi investiti dagli Italiani specialmente sulle corse estere, anzi fanno in modo che quegli investitori cerchino sempre nuovi mercati al di là dei confini Italici.
Il cosiddetto Governo Giallo – Rosso si è inventato la tassazione delle vincite, dimenticando che è vietato tassare due volte un bene, un introito, etc.
Come tutti sanno, meno i governanti, giochi & scommesse sono già tassati, nel senso che le slot – machines restituiscono il 69% dell’ingurgitato (e non il 100%), il Totalizzatore Nazionale, per la scommessa vincente, applica una deduzione che arriva al 31%, le quote nei mercati delle scommesse sportive delle corse dei cavalli non sono al 100%.
In UK tutti gli scommettitori professionisti, tutti quelli che traggono il loro sostentamento, e non solo, con il gambling, non pagano alcuna imposta su quei redditi.
Torniamo in Italia
Com’è possibile che nessuno dei concessionari abbia mai pensato di organizzare una Conferenza invitando, come ascoltatori, funzionari ministeriali e facitori di leggi, spiegando loro la rava e la fava?
Lo stesso vale per l’ippica e per le scommesse ippiche.Bisogna trovare qualche Maestro che quella rava e quella fava la spieghi a quei signori in maniera chiara e convincente.
Lo so, questi sono solo sogni.
Tornando nella realtà sapete quale sarà la conseguenza di tutte queste leggi e leggine imposte dallo Stato ignorante e allo stesso tempo presuntuoso?
Sarà stata creata una fitta rete di bookmakers e di slottari clandestini, a mio avviso, molto meritevoli
Perché meritevoli
Perché sottrarranno gli investitori, che in Italia sono dei veri e propri pazienti, allo Stato strozzino.
Le manette invece di metterle agli investitori che mandano il proprio denaro all’estero perché meglio remunerato, sottraendosi, lo ripeto, allo Stato strozzino, le dovrebbero mettere ai facitori di legge sul gambling, di tutti i Partiti, nessuno escluso, Movimento 5Stelle in testa al gruppo.
La cosa interessante è capire fino a che limite i concessionari nostrani resteranno sottomessi a questo sistema perverso.

Un rimedio ci sarebbe: nessuno dovrebbe partecipare al prossimo Bando per l’assegnazione delle concessioni.
Lo Stato mollerebbe il gambling in un nano secondo, copiando da chi ha impiantato sistemi fair che funzionano e che, comunque, allo Stato concedono incassi rilevanti.
Tra l’altro tutti i concessionari eviterebbero di fare ulteriore ricorso al credito per partecipare a quei Bandi.
Chi vivrà vedrà.
Stay with us.
Carlo Zuccoli

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