A SCUOLA DALL’IPPICA INGLESE

Mi è capitato di percorrere in automobile la strada che da Jeddah porta a Est verso Makkah durante l’Hajj, il pellegrinaggio per i Musulmani che dura quattro giorni, nove settimane dopo la fine del Mese Sacro di Ramadan.
Mi sono fermato lungo il ciglio della strada, prima dell’ultimo check point proprio all’ingresso di Makkah, quando si svolta a destra per Taif, una località meravigliosa in collina dove il Governo Saudita si trasferisce nei mesi estivi e dove c’è un bellissimo ippodromo.
Sfilano a migliaia i pellegrini, ricoperti da una specie di lenzuolo, che a piedi nudi si recano a una delle due sacre Moschee (l’altra è a Madinah): un lungo fiume umano interminabile.

Quando oggi percorrerò la strada per l’ippodromo di Cheltenham, nel Gloucestershire, vedrò la stessa fila di pellegrini, questa volta ricoperti da magnifici tweed, con ai piedi quei rari oggetti che solo Lobb e Foster & Son sanno fabbricare.

Dall’Irlanda un numero imprecisato di reverendi, più o meno di campagna, a sostenere gli “invaders”.

Grande allegria, birra e denaro a fiumi, sia per il montepremi sia per i bookmakers e per il Tote, sponsor della Gold Cup.

La tre giorni di Cheltenham (oggi il Meeting dura quattro giorni, n. d. a.), il cosiddetto Festival degli ostacoli, è uno spettacolo che uno non dovrebbe mai perdere.
Il cavallo sportivo che più sportivo non si può e proprietari che più gentlemen non si può disposto a spendere qualsiasi cifra, ora anche sul mercato Francese, per di avere un partente per una delle corse del Meeting.

Tutte le corse sono sponsorizzate ad eccezione del Queen Mother Champion Chase, sulle due miglia, in programma il secondo giorno, il Mercoledì, alle 14.35 in punto ora locale.

Un numero imprecisato di società ha allestito le tensostrutture per ospitare clienti, amici, dipendenti, in un’atmosfera che più festosa non si può.

Quando vivo questi eventi straordinari, che riempiono la mia vita di ippico itinerante, mi vene sempre in mente che in Italia le società di corse hanno un budget per la promozione e mi viene da ridere.
Si spendono delle cifre per dei panneau sui trams, per qualche cartello in città e per altre cianfrusaglie del genere e il pubblico scappa sempre più inorridito.
Ma quale promozione?
È l’evento stesso che si promuove da solo, se evento è.
E si paga profumatamente per promuovere i propri prodotti, i propri marchi in quei giorni.
Questa è l’ippica che porta la qualità umana ed equina!

Da tempo si scommettono delle cifre sulle condizioni del terreno: il terreno buono è a 100/30 e a 13/8 il terreno good to soft, buono tendente al morbido.
E i 150.000 pellegrini che sfileranno davanti ai bookmakers e al totalizzatore, durante i tre giorni di corse, scuciranno delle cifre che di più non si può.

Istabraq, un figlio di Sadler’s Wells, sì avete capito bene, il Re degli stalloni, è il nettissimo favorito per la Smurfit Champion Hurdle, la Gran Corsa di Siepi, che si disputa oggi alle 15.15 in punto, ora locale, sui quattromila metri.
La sua quota è di 4/7.

Più aperta la Tote Cheltenham Gold Cup, in programma Giovedì alle 15.15 locali, sui cinquemila e trecento metri di questa pista orribile.
Due sono i favoriti a 11/4: Florida Pearl e Teeton Mill.

E i primi sponsors del Festival sono i bookmakers (capito Sisal, Snai & Spati?) che veramente fanno a gara per mettersi questi fiori all’occhiello, ma anche società di tutti i tipi concorrono al montepremi e per un senso di grande rispetto sempre si ricorda il nome dello sponsor abbinato al nome della corsa.

Ma cosa possiamo pretendere in un mondo come il nostro dove si parla della “prima” di Novi Ligure (è così ancora oggi, anzi peggio, n. d. a.) e del 3, 4, 7, 9 in accoppiata e trio.
Ma che ne sappiamo noi se il 3 è figlio di Tizio e di Caia?
L’importante è che si piazzai nella Tris dal 40% di prelievo.

Carlo Zuccoli

Da Il Giornale – 16 Marzo 1999

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *