16 SETTEMBRE 2019, H. 9.20AM: BALLYDOYLE!

Nel Gennaio del 1980, visitai Ballydoyle con la raccomandazione del Capitano Tim Rogers, Supremo dell’Arlie Stud, Maynooth, Co. Kildare, Irlanda, il maggior stalloniere dell’epoca, con il quale avevo un ottimo rapporto.
All’epoca era la sede dell’allenatore Vincent O’Brien.

Con un atto terroristico qualcuno aveva appena tagliato la coda a Storm Bird (CAN) (m. b. 1978), che era stato classificato il miglior 2 anni dell’annata 1980.
Girai tutto il complesso chiuso in una jeep guidata da Sue O’Brien coniugata John Magnier e quasi entrammo nel box dove alloggiava il “povero” Storm Bird, che a 3 anni non combinò nulla, ma fu venduto negli Stati Uniti a un tale che poi ebbe problemi finanziari e finalmente il cavallo fu consorziato da Robert Sangster (correva con i suoi colori), da Vincent O’Brien e da suo genero John Magnier per USD $ 40.000.000 (USD $ 1.000.000 alla caratura).

Tornai a Ballydoyle quattro anni dopo, nell’Estate del 1984 da David O’Brien, il figlio di Vincent, che allenava in una parte del complesso e che aveva vinto il Derby d’Epsom (non ricordo lo sponsor di allora, forse la Vodafone), con Secreto (USA) (m. b. 1981 Northern Dancer), montato da Christy Roche, che in una fotografia stretta aveva battuto El Gran Senor (USA) (m. b. 1981 Northern Dancer), montato da Pat Eddery e allenato da Vincent O’Brien.
Durante quella visita girai Ballydoyle senza problema alcuno.

L’altro giorno facevo il mio terzo ingresso in quello che io (e non solo io) considero la Makkah del purosangue, il centro di allenamento provato numero 1 sulla faccia della terra e di qualsiasi altro mondo, dove alloggiano solo cavalli di vera stoffa Inglese che valgono nel loro complesso, centinaia di milioni di Euro, Sterline, Dollari: scegliete voi la valuta.

Pensavo di fare cosa gradita arrivando verso le 9.10AM, ma quello che io chiamerò Jim, un cerbero guardia portone, direi un secondino, mi ha imposto di stare rintanato in automobile, a una decina di metri dal cancello che avete visto nel video, in attesa di un non si sapeva chi.

Alle 9.20 bollate, puntuale come un cronometro Svizzero, compare Neil Magee, al volante di una specie di SUV Mercedes.
Neil lavora con David O’Loughlin, nel reparto vendite, nella sede del Gruppo Coolmore, a Fethard, Co. Tipperary: anche Ballydoyle è nella Contea Tipperary, ma subito fuori Rosegreen, a dieci minuti di macchina da Cashel (in Gaelico caiseal, che significa fortezza), cittadina famosa per la Rocca, che risale al IV Secolo.

Il mio primo pensiero, immediato è stato: “Mamma mia, un’altra volta chiuso in macchina”.

Nulla di tutto ciò: Aidan O’Brien mi aspettava ed era con il Signor Mitsuro Hashida, allenatore di Deirdre (JPN) (f. b. 2014 Harbinger), l’interprete Giapponese, molto carina, di stanza a Londra, e un giovanotto, sempre Giapponese, che faceva fotografie a raffica e che non ha mai proferito verbo.
Deirdre, la Domenica, al Curragh, è stata sfortunatissima nelle QIPCO Irish Champion Stakes, Gr-1, m. 2.000: a corsa lineare forse sarebbe arrivata seconda e non quarta.
Dopo la corsa la cavalla è andata a trascorrere qualche giorno a Ballydoyle prima di far ritorno nelle scuderie della Signora Jane Chapple – Hyam, a Dalham, Suffolk, Regno Unito, per prepararsi al Qatar Arc de Triomphe.

Abbiamo girato Ballydoyle, in lungo e in largo, con sosta, foto e videos a gogò, in piena libertà.
Ci siamo sempre fermati nei punti più importanti o più caratteristici del complesso di circa 600 Acri (diciamo 540 Ettari)
Per esempio davanti alla bilancia che Vincent O’Brien face installare nei primi anni 50.

Siamo entrati nella piscina coperta, che risale ai primissimi anni 60, forse a fine anni 50, sempre opera di Vincent O’Brien.
Se osserverete attentamente il video vi renderete conto di quanto era avanti il Mago di Cashel a quell’epoca.

Così come siamo entrati nei vari capannoni coperti, sia quelli più recenti sia nell’originale creato da Vincent O’Brien: le varie strutture sono collegate tra loro.
Vincent O’Brien amava scommettere, se del caso (era un ottimo giudice) sui cavalli da lui allenati, e ogni volta che vinceva una grossa somma subito la investiva nelle migliorie di Ballydoyle, all’epoca di sua proprietà (i. e il capannone coperto).

Esistono due tipi di capannoni coperti: uno per il warm – up dei cavalli, la mattina (passo e trotto) prima di andare a fare il canter sulla pista in wood – chips (dove ad ogni passaggio un addetto arriva con il trattore) e uno “to cool down” i cavalli alla fine della loro uscita.
In mezzo a quest’ultimo c’è un prato dove i cavalli possono mangiare l’erba.
E le uscite sono di 60 / 70 cavalli.

A Ballydoyle lavorano circa 300 persone, ma oltre a coloro che si devono occupare dei cavalli (prima uscita alle 7.15, in tutto tre uscite: un po’ meno di 200 sono i cavalli in training) c’è il personale per la manutenzione dell’intero complesso, i giardinieri, i cuochi e i camerieri per la mensa che deve servire quasi un migliaio di pasti al giorno (alcuni lads vivono all’interno di Ballydoyle).

Girando in auto (girare a piedi è durissima) siamo arrivati alla base della dirittura in erba di quattro furlongs (circa 800 metri), in tremenda salita: all’esterno gira la pista, sempre in erba di circa 2.800 metri).

E magia nella magia, voluta a suo tempo da Vincent O’Brien (sei Derby d’Epsom vinti), c’è la riproduzione perfetta del famoso Tattenham Corner di Epsom, con le stesse pendenze e la stessa ampiezza (Aidan O’Brien per ora di Derby d’Epsom ne ha vinti 7).

Gironzolando, sempre con Neil alla guida, vedo le varie scuderie, per esempio quella delle femmine anziane dove c’è Magical (IRE) (f. b. 2015 Galileo), fresca vincitrice delle QIPCO Irish Champion Stakes, e quella che Vincent O’Brien aveva costruito e riconosco il box dove c’era Storm Bird.

Rapito, sì proprio rapito, da quello che vedevo e immerso nei miei pensieri, a momenti non mi accorgo di uno squadrone di 60 2 anni, al passo, a coppia, che vanno a fare il warm – up prima di fare un lavoro sulla dirittura in erba.

Mi faccio indicare Monarch Of Egypt (USA) (m. b. 2017 Americani Pharoah), che correrà le Juddmonte Middle Park Stakes, Gr-1, 6f, Newmarket, 28 Settembre 2019 (sarò presente e vi manderò i Picks of the paddock e alcuni videos).
Ha un sottopancia giallo e ne chiedo conto a Neil.
“Ha un macchinario (semplifico) collegato a un computer via radio, che registra dei grafici per i battiti cardiaci (e altro) che l’Heart Doctor (sic!) esamina alla fine della mattinata” (ho tradotto liberamente dall’Inglese).

Anche Aidan O’Brien è costantemente collegato, via radio, con ogni lad a cavallo, per dare istruzioni, per rilevare impressioni, etc.

Il colloquio è continuo: Aidan è sempre attaccato a quel marchingegno.

Ultima notazione: sempre gironzolando nel SUV Mercedes di lusso, vedo un impianto di luci, chiaramente in costruzione.
“Bravo Carlo, alla fine l’impianto sarà identico all’ippodromo di Dundalk, Co. Louth”, sottolinea Neil (traduco sempre liberamente).
Evidentemente ci sono delle stagioni, dei periodi, delle giornate, in cui la luce naturale non è sufficiente.
Nel frattempo si è avvicinato Aidan, seguito come un’ombra dai Giapponesi e gli racconto un episodio che lo diverte molto.
In sintesi.
Nel 1982 feci un lungo viaggio in Australia e in Nuova Zelanda, sempre con l’organizzazione logistica del Capitano Rogers.
A Sydney alloggiavo in un Albergo, a Rushcutters Bay: una sera mi chiama al telefono la Signora Gay Smith (ora coniugata con il bookmaker Waterhouse), che diventerà un allenatore top nel New South Wales, dicendomi che il Capitano Tim Rogers le aveva chiesto di accompagnarmi a visitare le scuderie del padre, T. J. Smith, che vinse la Classifica degli allenatori per trent’anni consecutivi.
Aspettavo la telefonata con ansia.
“Mr. Zuccòli (sempre sbagliano l’accento) si trovi domani mattina alle 2.45 nella hall dell’albergo e la verrò a prendere” (ho tradotto liberamente dall’Inglese): era il mese di Giugno, quindi eravamo in Inverno “donw – under”.
Sveglia alle 2 e, macchina fotografica a tracolla con il binocolo, alle 2.45 salgo in auto con Gay.
Arriviamo in scuderia e T. J Smith scende da una Rolls Royce sul rossiccio e m’invita per un caffè.
Andiamo poi nello yard dove una ventina di cavalli montati s’intravvedevano.
J. Dà le istruzioni ad ogni lad e i cavalli spariscono nel buio e io faccio la figura del pirla con la macchina fotografico e il cannocchiale.
Dopo circa 45 minuti i cavalli tornarono nello yard e ogni lad fece un full report (con l’accento sulla o) a T. J, il quale si congedò da me dicendo che il primo lotto era finito e che potevo tornare a dormire.
“Aidan, tu evidentemente sei più ricco e ti puoi permettere l’impianto di luci, mentre T. J. Smith andava a naso e a reports”.
Risata sonora e anch’io sono congedato: quel lotto di 60 2 anni deve andare a lavorare e, giustamente, gli osservatori non sono ammessi.

Grazie Aidan O’Brien: mi hai fatto passare una delle più belle giornate della mia vita.

Posso tornare a Cashel, anzi no, decido di andare al mare, a Dungarvan, Co. Waterford.

Carlo Zuccoli

nb , per vedere i video… https://sportnews.snai.it/ippica/16-settembre-2019-h-9-20am-ballydoyle-20092019-41983

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